Il Parco Ausa
Il nome del parco conserva la memoria di una presenza storico geografica oggi scomparsa: il corso del Torrente Ausa, il cui alveo deviato ed in parte interrato nella trasformazione urbana ha dato origine a questa area verde urbana.
Fin dall’antichità, il corso d’acqua ha avuto un ruolo fondamentale nella storia di Rimini, influenzando l’evoluzione della città e il suo assetto urbanistico. Ha modificato nel tempo l’economia e gli stili di vita della sua comunità, lasciando tracce visibili e invisibili nei luoghi e nelle storie che si sono intrecciate con il suo cammino.
Le caratteristiche del Parco Ausa
L’intera area costituisce un fondamentale polmone verde per la città, attraversata da un percorso ciclo-pedonale che si estende dalla periferia urbana, attraversa il centro e arriva fino al mare.
I vari segmenti che compongono il parco urbano sono caratterizzati dalla presenza di elementi storici e archeologici, arricchiti da nuclei di vegetazione arborea.
All’interno del parco, sono presenti spazi di aggregazione sociale, pensati per accogliere persone di tutte le età: aree gioco per bambini, zone dedicate ad attività sportive e ricreative, panchine per il relax e un centro sociale, che contribuisce a rendere il parco un punto di riferimento per la comunità.
Cenni storici
Il torrente Ausa, originario dalle sorgenti a 400 metri sul livello del mare nella Repubblica di San Marino, era conosciuto dai Romani come il torrente Aprusa. Il suo corso, nell’ultimo tratto prima della linea di costa, costituiva il confine meridionale della Colonia. In passato, il suo carattere torrentizio non offriva una difesa adeguata, rendendo necessaria la costruzione di mura a protezione di quel lato. Alcuni resti di queste mura sono ancora visibili nei giardini delle abitazioni lungo la via Bastioni Orientali.
Anche durante il Medioevo, l’Ausa ha segnato uno dei confini della città. Lungo il suo corso furono eretti nuovi bastioni in epoca Malatestiana, che si conservano quasi integralmente fino ai giorni nostri.
Il territorio attraversato dal torrente, un tempo ricco di acque, ha favorito lo sviluppo di diverse attività economiche produttive ora scomparse, come opifici per il trattamento dei tessuti, fornaci per la calce e laterizi, fabbriche di fiammiferi, molini da grano, filande, etc. In quest’area sono anche stati creati servizi pubblici, come il lavatoio. Numerosi affluenti, come il Mavone, si riversavano nel Torrente Ausa, confluendo nell’attuale zona del Parco Fabbri.
Nel 1817, l’alveo del Torrente fu rettificato nell’area tra via Monte Titano e le mura, in corrispondenza dell’Arco d’Augusto. In questo modo venne eliminata la grande ansa della Fornace Fabbri.
A metà del secolo scorso, l’Ausa, ormai ridotto a un canale di scarico, venne deviato e fatto confluire nel Marecchia tramite sponde cementificate che, partendo dal casello autostradale di Rimini Sud, costeggiano la collina di Covignano. A partire dagli anni ’60, il vecchio corso del Torrente, che sfociava in mare venne tombificato.
L’area, una volta risanata a parco, ha dato vita a un sistema di segmenti verdi pubblici, che comprendono, da monte verso il mare: il Parco della Cava (oggi Parco Giovanni Paolo II), il Parco della Ghirlandetta, il Parco Fabbri, il Parco Olga Bondi, il Parco Alcide Cervi, il Parco Maria Callas, e il Parco Renzi Madre Elisabetta.
Il parco costeggia le mura tardo medievali di via Bastioni Orientali e l’Arco d’Augusto.
Questo tratto di Parco è dedicato ad Alcide Cervi, padre dei Fratelli Cervi, patrioti italiani fucilati dai fascisti durante la seconda guerra mondiale. All’interno del parco si trova il Monumento dedicato alla Resistenza partigiana, opera dello scultore riminese Elio Morri.
L’area è una zona verde caratterizzata da varie essenze arboree quali: pini domestici, platani, tigli, cipressi, aceri, lecci, bagolari, robinie e tamerici.
Il nome del Parco è dedicato a Olga Bondi, una giovane riminese che perse la vita per mano dei fascisti nel 1922.
L’area è collegata con un sottopassaggio, costruito sull’antico ponte romano, che conduce ad un altro tratto, il Parco Fabbri, dal quale prende il nome dalla storica Fornace Fabbri, ubicata originariamente in questa zona.
In quest’area vi si trova l’area giochi per i bambini e nel luglio 2013 è stato inaugurato lo skatepark. In un vecchia casa rurale ristrutturata ha sede il Centro Sociale Anziani “Ausa”.
Il patrimonio arboreo comprende: il carpino bianco, frassino, robinia, acero, tamerice, fico, ippocastano e grandi pioppi, il maggiore dei quali misura 117 cm di diametro.
L’area prende il nome dall’ex Fornace Fabbri ed è situato a sud del centro storico di Rimini. Il settore nord è attraversato da un lungo filare di pioppi cipressini, i quali segnano l’ingresso al Parco Giovanni Paolo II.
Tra le essenze arboree ritroviamo salici bianchi, salici piangenti, salici contorti e cipressi calvi.
Una area verde che collega il quartiere del V Peep Ausa al centro della città e da qui giunge fino al mare attraverso un collegamento ciclo-pedonale che ripercorre l’asse dell’antico tracciato del torrente Ausa.
Nel 2011, è stata realizzata una nuova area verde intitolata “I Poderi della Ghirlandetta”, denominazione storica risalente all’epoca dei Malatesta.
In quest’area si trova oggi l’edificio del Palacongressi, inaugurato anch’esso nel 2011, opera dell’architetto Volkwin Marg.
Il parco, disegnato dal paesaggista Andreas Otto Kipar, si estende intorno al moderno ponte di via della Fiera, costruito sul luogo in cui sorgeva un antico ponte. Sotto al ponte è stato progettato un laghetto artificiale, a memoria del torrente Ausa.
Interesse storico:
Nel ‘400 un territorio chiamato Ghirlandetta, era stato intestato nel 1452 a Isotta Degli Atti, amante e futura moglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta. In questo luogo ella possedeva una dimora suburbana, ancora individuabile in un vecchio fabbricato di via della Fiera.
Sempre in questo luogo, dopo vari scambi di possessione della Ghirlandetta tra i Malatesta e i nobili riminesi nell’800 la proprietà passò in mano alla famiglia Fabbri dei Fratelli Davie e Luigi, realizzarono una Fornace, una delle prime fabbriche dei mattoni con cui fu costruita gran parte della città di inizio Novecento e pre-bellica.
Nel 1901 in quest’area, è stato rinvenuto in uno scavo il ritratto in bronzo di Agrippina Minore, la madre di Nerone, oggi esposto al Metropolitan Museum di New York.
Nel 1920 a causa della costruzione di una nuova strada nazionale per San Marino, il territorio della Ghirlandetta è stato diviso in due territori; a nord c’era la vecchia Ghirlandetta e a sud si trovava la nuova Ghirlandetta (L’antica casa del podere della vecchia Ghirlandetta è stata distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale). Bibliografia Delucca Oreste, I poderi della ghirlandetta a Rimini, Luisè Editore, Rimini, 2008
Le specie arboree presenti sono: Pioppo, salice piangente, farnia, pino, albero di Giuda, e arbusti ornamentali.
Il Parco Giovanni Paolo II – Parco della Cava (così chiamato e riconosciuto dalla comunità)
Un area parco di 14 ettari, il secondo della città per estensione, circonda il Lago della Cava dal quale veniva estratta l’argilla per la fabbricazione di laterizi, quando la Fornace Fabbri era in attività.
La viabilità ciclopedonale interna del parco si sviluppa intorno al lago.
Un patrimonio paesaggistico e floro-faunistico, importante per l’ecosistema e la bellezza naturale. Il grande lago rinaturalizzato fornisce riparo ad una fauna diversificata e migratoria. tra cui anatre, cigni e altri uccelli acquatici.
Tra le essenze arboree ritroviamo salici bianchi, salici piangenti, salici contorti e cipressi calvi (lungo le sponde del lago). Nel settore orientale si incontrano gruppi di piante arboree: farnie e roveri. A sud del lago il parco si trovano filari di grandi pini domestici, viali di lecci, filari di tigli. Il corredo verde comprende anche gruppi di ippocastani, cedri dell’Atlante e dell’Himalaya, magnolie e tamerici, esemplari a portamento arboreo di ligustro e olivagno e macchie sempreverdi di lauroceraso, laurotino e pittosporo. In un prato pianeggiante risalta un doppio semicerchio formato da filari di pini domestici e giovani cipressi alternati, ed esemplari isolati di catalpa, abete di Spagna, pino domestico e pino d’Aleppo di discrete dimensioni. Collocato all’interno del Parco Giovanni Paolo II, è presente un albero monumentale di roverella di 150 anni.
All’interno di un’area recintata è allestito il Fruttario, una raccolta didattica di alberi da frutto realizzata nel 1998-99, a disposizione delle scuole cittadine. La sua funzione didattica è quella di riconoscere peschi, susini, peri, meli e altri fruttiferi.
Geolocalizzazione degli alberi nell’area del Parco – Ecomuseo Rimini
Comune di Rimini – Assessorato Ambiente, Sviluppo Sostenibile, Blue Economy , Start up, Identità dei luoghi, Protezione Civile, Statistica, Toponomastica.
Bibliografia e documentazione di riferimento