Il “Parco Ausa” racchiude nella sua denominazione la storia di un’importante presenza ora scomparsa, quella del torrente Ausa, dal cui alveo interrato si è originato il parco urbano. Un corso d’acqua che sin dall’antichità ha lasciato tracce nella storia di Rimini, determinandone la forma urbanistica, modificando progressivamente l’economia e gli stili di vita dei suoi abitanti fino a segnare luoghi e storie che con esso si sono intrecciate.
Le caratteristiche del Parco Ausa
L’intera area costituisce un importante polmone verde della città collegata da un percorso ciclo-pedonale. I segmenti che compongono il parco urbano sono caratterizzati con nuclei di vegetazione arborea. All’interno dell’area sono presenti elementi di aggregazione sociale per persone di ogni fascia d’età: aree-gioco per bambini, luoghi dedicati ad attività sportive e ricreative, panchine e un centro sociale per anziani.
Il parco costeggia le mura tardo medievali di via Bastioni Orientali e l’Arco d’Augusto.
Questo tratto di Parco è dedicato ad Alcide Cervi, padre dei Fratelli Cervi, patrioti italiani fucilati dai fascisti durante la seconda guerra mondiale. All’interno del parco si trova il Monumento dedicato alla Resistenza partigiana, opera dello scultore riminese Elio Morri.
L’area è una zona verde caratterizzata da varie essenze arboree quali: pini domestici, platani, tigli, cipressi, aceri, lecci, bagolari, robinie e tamerici.
Il nome del Parco è dedicato a Olga Bondi, una giovane riminese che perse la vita per mano dei fascisti nel 1922.
L’area è collegata con un sottopassaggio, costruito sull’antico ponte romano, che conduce ad un altro tratto, il Parco Fabbri, dal quale prende il nome dalla storica Fornace Fabbri, ubicata originariamente in questa zona.
In quest’area vi si trova l’area giochi per i bambini e nel luglio 2013 è stato inaugurato lo skatepark. In un vecchia casa rurale ristrutturata ha sede il Centro Sociale Anziani “Ausa”.
Il patrimonio arboreo comprende: il carpino bianco, frassino, robinia, acero, tamerice, fico, ippocastano e grandi pioppi, il maggiore dei quali misura 117 cm di diametro.
L’area prende il nome dall’ex Fornace Fabbri ed è situato a sud del centro storico di Rimini. Il settore nord è attraversato da un lungo filare di pioppi cipressini, i quali segnano l’ingresso al Parco Giovanni Paolo II.
Tra le essenze arboree ritroviamo salici bianchi, salici piangenti, salici contorti e cipressi calvi.
Una nuova area verde del Parco urbano dell’Ausa che collega il V Peep al centro della città e da qui giunge fino al mare attraverso un collegamento ciclo-pedonale che ripercorre l’asse dell’antico tracciato del torrente Ausa.
Nel 2011, è stata realizzata una nuova area verde intitolata “I Poderi della Ghirlandetta”, denominazione storica risalente all’epoca dei Malatesta.
In quest’area si trova oggi l’edificio del Palacongressi, inaugurato anch’esso nel 2011, opera dell’architetto Volkwin Marg.
Il parco, disegnato dal paesaggista Andreas Otto Kipar, si estende intorno al moderno ponte di via della Fiera, costruito sul luogo in cui sorgeva un antico ponte. Sotto al ponte è stato progettato un laghetto artificiale, a memoria del torrente Ausa.
Interesse storico:
Nel ‘400 un territorio chiamato Ghirlandetta, era stato intestato nel 1452 a Isotta Degli Atti, amante e futura moglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta. In questo luogo ella possedeva una dimora suburbana, ancora individuabile in un vecchio fabbricato di via della Fiera.
Sempre in questo luogo, dopo vari scambi di possessione della Ghirlandetta tra i Malatesta e i nobili riminesi nell’800 la proprietà passò in mano alla famiglia Fabbri dei Fratelli Davie e Luigi, realizzarono una Fornace, una delle prime fabbriche dei mattoni con cui fu costruita gran parte della città di inizio Novecento e pre-bellica.
Nel 1901 in quest’area, è stato rinvenuto in uno scavo il ritratto in bronzo di Agrippina Minore, la madre di Nerone, oggi esposto al Metropolitan Museum di New York.
Nel 1920 a causa della costruzione di una nuova strada nazionale per San Marino, il territorio della Ghirlandetta è stato diviso in due territori; a nord c’era la vecchia Ghirlandetta e a sud si trovava la nuova Ghirlandetta (L’antica casa del podere della vecchia Ghirlandetta è stata distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale). Bibliografia Delucca Oreste, I poderi della ghirlandetta a Rimini, Luisè Editore, Rimini, 2008
Le specie arboree presenti sono: Pioppo, salice piangente, farnia, pino, albero di Giuda, e arbusti ornamentali.
Il Parco Giovanni Paolo II (Parco della cava)
14 ettari di parco, il secondo della città per estensione, circonda il Lago Mariotti, dal quale veniva estratta l’argilla per la fabbricazione di laterizi, quando la Fornace Fabbri era in attività.
La viabilità ciclopedonale interna del parco si sviluppa intorno al lago.
Un patrimonio paesaggistico e floro-faunistico, importante per l’ecosistema e la bellezza naturale. Il grande lago rinaturalizzato fornisce riparo ad una fauna diversificata e migratoria. tra cui anatre, cigni e altri uccelli acquatici.
Tra le essenze arboree ritroviamo salici bianchi, salici piangenti, salici contorti e cipressi calvi (lungo le sponde del lago). Nel settore orientale si incontrano gruppi di piante arboree: farnie e roveri. A sud del lago il parco si trovano filari di grandi pini domestici, viali di lecci, filari di tigli. Il corredo verde comprende anche gruppi di ippocastani, cedri dell’Atlante e dell’Himalaya, magnolie e tamerici, esemplari a portamento arboreo di ligustro e olivagno e macchie sempreverdi di lauroceraso, laurotino e pittosporo. In un prato pianeggiante risalta un doppio semicerchio formato da filari di pini domestici e giovani cipressi alternati, ed esemplari isolati di catalpa, abete di Spagna, pino domestico e pino d’Aleppo di discrete dimensioni. Collocato all’interno del Parco Giovanni Paolo II, è presente un albero monumentale di roverella di 150 anni.
All’interno di un’area recintata è allestito il Fruttario, una raccolta didattica di alberi da frutto realizzata nel 1998-99, a disposizione delle scuole cittadine. La sua funzione didattica è quella di riconoscere peschi, susini, peri, meli e altri fruttiferi.
Geolocalizzazione degli alberi nell’area del Parco – Ecomuseo Rimini
Comune di Rimini – Assessorato Ambiente, Sviluppo Sostenibile, Blue Economy , Start up, Identità dei luoghi, Protezione Civile, Statistica, Toponomastica.
L’Ausa nella storia di Rimini
Dalla sorgente a 400 metri sul livello del mare nella Repubblica di San Marino, Il torrente Aprusa, come veniva chiamato dai Romani, seguiva un percorso che, nell’ultimo tratto, prima dell’allora linea di costa, delineava il confine della Colonia verso sud. Al tempo, Il suo carattere torrentizio non assicurava un’adeguata difesa, tanto da rendersi necessaria la costruzione di mura a protezione di quel lato; alcuni dei suoi resti sono ancora visibili all’interno dei giardini delle abitazioni allineate lungo la via Bastioni Orientali.
Anche in epoca medioevale l’Ausa ha rappresentato uno dei confini della città e, seguendo in parte il suo corso, sono stati eretti in epoca Malatestiana, nuovi bastioni tuttora visibili nella loro quasi totalità.
Il territorio bagnato dal torrente Ausa, in passato ricco di acque, ha favorito la nascita di alcune attività produttive, ora scomparse, (opifici per il trattamento dei tessuti, fornaci da calce e laterizi, molini da grano) e la creazione di servizi (lavatoio pubblico) nei suoi pressi; numerosi erano anche gli affluenti che in esso si riversavano, come il Mavone che confluiva nel tronco del torrente nella zona dell’attuale Parco Fabbri.
Nel 1817 l’alveo, proprio nell’area compresa tra la via Monte Titano e le mura all’altezza dell’Arco d’Augusto, fu rettificato. Venne così eliminata la grande ansa che occupava il territorio su cui in seguito verrà edificata la Fornace Fabbri.
Nel corso della metà del secolo scorso “l’Ausa, che si stava trasformando sempre di più in una fogna”, è stato deviato e fatto confluire nelle acque del Marecchia per mezzo di sponde cementificate che, dai pressi del casello autostradale di Rimini Sud, costeggiano la collina di Covignano.
A partire dagli anni sessanta il vecchio corso che sfociava in mare all’altezza di Piazzale Kennedy, venne tombificato.
Tutta l’area venne risanata con la creazione di un sistema di spazi verdi pubblici di cui fanno parte (da monte verso il mare):
Parco Giovanni Paolo II, Parco della Ghirlandetta, Parco Fabbri, Parco Olga Bondi, Parco Alcide Cervi, Parco Maria Callas, Parco Renzi Madre Elisabetta
Bibliografia e documentazione di riferimento