A partire dagli anni ’60 fino ad oggi sono sorti una serie di parchi cittadini lungo il corso del torrente Ausa e nel sito della Fornace Fabbri.
Parco Alcide Cervi
Il parco Alcide Cervi è un parco pubblico di Rimini, che collega via Roma con il centro della città (Arco d’Augusto). La sua continuazione naturale verso il lungomare sono il parco Maria Callas, prima del sottopassaggio della ferrovia, e il parco Madre Elisabetta Renzi, dopo di essa, che termina in piazzale John Fitzgerald Kennedy.
La sua continuazione naturale verso ovest, dopo via Circonvallazione Meridionale, prende il nome di parco Olga Bondi, dedicato alla memoria della donna riminese vittima del fascismo, Parco della Ghirlandetta, Parco Fabbri, Parco Giovanni Paolo II.
Il parco si colloca nel letto del torrente Aprusa (nome romano del corso d’acqua oggi chiamato Ausa) ed è dedicato ad Alcide Cervi, padre dei Fratelli Cervi, patrioti italiani morti per mano fascista durante la seconda guerra mondiale, di cui il padre ha raccontato la storia e ha portato avanti la memoria dopo la fine degli eventi bellici. Il lato nord del parco costeggia le mura bassomedievali di via Bastioni Orientali. Al suo interno si trovano un monumento, opera di Elio Morri, dedicato alla Resistenza partigiana, di cui Rimini è città onoraria avendo ricevuto l’onorificenza della medaglia d’oro. Le specie arboree più diffuse nel parco sono pini, platani, tigli, cipressi, aceri, lecci, robinie e tamerici.
Il parco è attraversato da una pista ciclabile che unisce il centro al mare.
Parco Olga Bondi: dedicato ad Olga Bondi, giovane riminese vittima del fascismo. E’ un proseguimento del Parco Alcide Cervi.
Parco Fabbri: prende il nome dall’antica Fornace Fabbri, situata nei pressi del parco.
E’ collocato tra il parco Olga Bondi e il Parco della Ghirlandetta.
Parco Giovanni Paolo II: Il Parco Giovanni Paolo II rappresenta uno dei più grandi parchi della città, secondo per estensione, 14 ettari, ma sicuramente il più bello dal punto di vista paesaggistico. Il parco è l’estesa continuazione meridionale di un unico sistema di spazi verdi pubblici che comprende anche i parchi Maria Elisabetta Renzi, Maria Callas, Alcide Cervi, Olga Bondi e Fabbri e si estende lungo il vecchio tracciato del torrente Ausa. Il parco circonda un ampio specchio d’acqua artificiale, noto come lago Mariotti, realizzato su terreni in precedenza occupati da una cava di argilla e da una grande fabbrica di laterizi (la Fornace Fabbri).
All’interno del parco sono presenti varie specie arboree e boschive, sia sempreverdi che caducifoglie.
Le mura medievali
L’area verde del Parco Cervi è costeggiata da una cinta muraria bastionata che affacciava direttamente sul corso d’acqua Ausa, prima degli interventi di bonifica degli anni Settanta. Le mura vennero edificate sotto Federico II e quindi rinforzate, ricostruite e, in parte, ampliate dai Malatesta nei due secoli successivi.
Le piu’ antiche mura riminesi, risalenti all’epoca repubblicana e ancora in parte visibili ai lati dell’Arco di Augusto, avevano una struttura in opus quadratum, composta da grandi blocchi di arenaria gialla provenienti dall’Appennino romagnolo; la cortina, rinforzata da un terrapieno interno, correva su un tracciato di poco piu’ ristretto rispetto alle posteriori mura medievali sviluppandosi per tratti rettilinei intervallati da torri quadrangolari. Probabilmente, in origine le mura cingevano solo il versante meridionale dell’abitato, dall’Arco di Augusto al ponte di Tiberio, mentre il resto del perimetro era protetto dall’Adriatico e dal Marecchia, in un quadro topografico che proprio alle acque assegnava un’importante funzione.
In seguito alle prime incursioni barbariche che causarono la distruzione di numerose domus del centro abitato, tra cui la Domus del chirurgo, nella seconda meta’ del III secolo d.C., sotto Aureliano, fu costruito un nuovo sistema fortificato lungo il versante marino, inglobando al suo interno anche l’anfiteatro; la nuova cinta muraria rimase operativa per molto tempo, fino al Medioevo, quando nuove esigenze militari richiesero l’edificazione di una nuova cerchia fortificata.
Le mura aureliane presentano una struttura più incoerente rispetto a quelle repubblicane, con laterizi di dimensioni variabili, blocchi di arenaria e frammenti lapidei. Un breve tratto superstite, che include le cortine murarie e una torre quadrangolare, è ancora visibile nei pressi dell’anfiteatro.
Tranne che in alcuni punti, come l’area dell’anfiteatro, la cinta muraria realizzata a Rimini a partire dalla metà del XIII secolo è leggermente avanzata rispetto a quella tardo-antica, come si può notare all’altezza dell’arco d’Augusto, posto sulla precedente linea. Le numerose costruzioni addossate sull’antica cinta e l’espansione cittadina hanno costretto le autorità a realizzare un nuovo e funzionale sistema difensivo: la tradizione faceva risalire la decisione della realizzazione a Federico II, ma probabilmente il Comune di Rimini dovette aspettare il declino dell’autorità imperiale, verso la metà del XIII secolo, per procedere coi lavori della nuova cinta muraria.
Commissionato nell’ottobre del 1968 ed inaugurato nello stesso mese del 1973.
Il monumento è collocato all’inizio del Parco Alcide Cervi e precisamente tra la via Roma e la via XX Settembre. Il gruppo scultoreo e’ innalzato su di una piattaforma di gradini curvilinei in leggera elevazione e pavimentati con blocchetti di porfido. Sul lato esterno della piattaforma, ad indicare il punto di accesso, e’ posta una lastra in granito con un’ iscrizione in bronzo che riporta: “ORA E SEMPRE RESISTENZA”. Dal basamento si innalzano con graduale ascensionalità, tre lingue di cemento che costituiscono i piedistalli delle tre figure che compongono il monumento. Le sculture, fortemente evocative, rappresentano “Il Martirio”, “La Riscossa”, “La Liberazione” , come indicato da una placca bronzea affissa nella parte anteriore di ciascuna delle tre basi; tutte recano la firma dell’artista.
Notizie storiche
Il Comune di Rimini commissionò a Elio Morri, con atto deliberativo del Consiglio Comunale del 23.11.1968, il Monumento alla Resistenza. Il 16 Ottobre 1970, venne stipulata tra il Municipio di Rimini e lo scultore, una convenzione per la realizzazione del “Monumento ai Martiri della lotta per la Liberazione”. L’artista realizzò tra il 1968 e il 1972, un cospicuo numero di disegni, bozzetti e modelli che costituirono il fondamento del processo di elaborazione dell’opera. Questa è dedicata alla Resistenza Partigiana e al riconoscimento attribuito dal Governo Italiano alla Città di Rimini nel 1962 con la Medaglia d’Oro al Valore Civile “Fedele alle sue più nobili tradizioni subiva stoicamente le distruzioni più gravi della guerra e prendeva parte validissima alla lotta per la liberazione attestando col sacrificio eroico di numerosi suoi figli la sua purissima fede in una Italia migliore”. Si scelse di posizionarla nell’allora nuovo Parco dedicato ad Alcide Cervi, padre di sette giovani patrioti italiani uccisi dai fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La scelta della denominazione del Parco rappresenta l’omaggio della città all’uomo che, con grande dignità, seppe trasmettere i valori di giustizia, democrazia e libertà, unanimemente riconosciuti dall’intera comunità.
Caratteristiche stilistiche dell’opera
Il gruppo scultoreo è la testimonianza tangibile della svolta che, all’inizio degli anni Settanta, l’artista ha impresso alla sua ricerca estetica. Egli, abbandonate le figure naturalistiche si orienta a suggerire il soggetto attraverso forme spezzate e private di elementi illustrativi. Nell’anatomia l’autore scava creando forti contrasti d’ombra che esaltano masse solo alludenti al corpo umano. Si tratta di tre isolate figure raccordate da una piattaforma che richiama l’idea di un’ara, unite da una stretta coerenza stilistica, in quanto composte da ritmici rapporti di pieni e vuoti che ne esaltano la forza plastica. Le tre forme alludono appena alla struttura umana, ma potentemente rappresentano il drammatico sforzo della resistenza partigiana per la conquista della libertà. Di qui la definizione di un linguaggio espressivo volto a fissare, come lui stesso affermava, “l’intuizione dinamica delle incalzanti emozioni e sensazioni del mio tempo”.
Elio Morri
L’attività di Elio Morri fu significativamente legata alla città di Rimini, l’amata città natale
per lui “fonte di ispirazione”. Compaiono infatti in molti dei suoi lavori, i monumenti più
importanti della città. Oltre al “Monumento alla Resistenza”, numerose le opere nel centro storico facilmente raggiungibili:
Piazza Tre Martiri: “Targa dei tre martiri”; “Il miracolo della mula” bassorilievo dell’altare della chiesa dei Paolotti.
Piazza Cavour:“Puer mingens” della fontana del Comune.
Palazzo della Provincia: Bassorilievi sul tema del lavoro
Giardini Ferrari: “Monumento a Francisco Busignani”.
Borgo S. Andrea: “S. Gaudenzo” lunetta sovraporta della chiesa di S. Gaudenzo e
“Crocifisso” all’interno.
Raggiungibili attraverso facili e piacevoli passeggiate:
Parco piazzale Fellini: Busti personaggi illustri legati alla nascita della Rimini balneare.
Covignano: “Via Crucis” salita alle Grazie.
Chiesa della Colonnella: “Fonte Battesimale”
Chi era Elio Morri
Lo scultore Elio Morri, nato a Rimini il 3 Maggio 1913, acquisì le prime tecniche della scultura da Filugenio Fabbri, noto cementista-scultore della città, creatore della “Fontana dei quattro cavalli”, che lo incoraggiò ad intraprendere la professione dello scultore riconoscendone le doti artistiche. Il percorso formativo avvenne tra le accademie di Torino, Ravenna e Bologna. Nel 1934, giovane professionista, aprì il suo primo studio in via G. Bruno a Rimini. Apprezzato sulla scena riminese sin dagli esordi quale ritrattista, ottenne via via un consenso di più ampio respiro che gli valse importanti commesse pubbliche sia a carattere religioso che civile. Nel 1937 vinse il concorso nazionale, per un soggiorno di due anni, della Scuola della Medaglia presso la Zecca dello Stato di Roma. A questo ne seguì un altro, fino al 1943, in cui alternava alla permanenza romana, frequenti rientri in città. Il 19 Luglio, sorpreso dai bombardamenti mentre lavorava in S. Lorenzo Fuori le Mura, fece definitivo ritorno nella sua città natale. Dal 1950, il luogo simbolo della sua attività di scultore, fu uno stanzone ricavato tra i ruderi di Palazzo Lettimi. In questo magico spazio Elio Morri, in compagnia di tortore, colombe ed una gracula che ripeteva instancabilmente il suo nome, creò le sue opere. Qui rimase a lavorare fino all’ultimo periodo della sua vita. Morì il 14 Gennaio 1992.
Il ricordo di Federico Fellini
Durante il soggiorno romano, l’artista ebbe frequentazioni significative con la comunità di artisti riminesi allora presenti nella Capitale, fra questi il giovane Federico Fellini. Con il grande regista Elio Morri strinse un’amicizia fondata su di una reciproca e sincera stima, così espressa nel telegramma che Fellini inviò alla moglie dello scultore, Enza, il giorno della sua morte.
Federico Fellini
Durante il soggiorno romano, l’artista ebbe frequentazioni significative con la comunità di
artisti riminesi allora presenti nella Capitale, fra questi il giovane Federico Fellini.
Con il grande regista Elio Morri strinse un’amicizia fondata su di una reciproca e sincera stima,
così espressa nel telegramma che Fellini inviò alla moglie dello scultore, Enza, il giorno della sua morte.